Chi sono

Mi chiamo Andrea Devicenzi, sono Coach e Atleta, appassionato di Sport ed avventure al limite. Sono sposato con Jessica ed ho due meravigliose bambine, Giulia e Noemi.

All’età di 17 anni un grave incidente motociclistico mi ha causato l’amputazione della gamba sinistra. Un evento tragico che ha cambiato la mia vita per sempre.

"Se n’è andata una gamba
ma non la voglia di vivere
ogni giorno della mia Vita
al massimo delle mie possibilità."

Blog

  • Andrea Devicenzi Connessione Spirituale

    Auspico che le nostre due testimonianze, la mia e quella di luca, possano servire a stimolare giovani e persone di ogni età a portare frutti di bontà e fratellanza, nelle scuole ma non solo, attraverso questi due meravigliosi strumenti, lo Sport e la Musica. Ieri ho avuto l’onore di partecipare come relatore alla conferenza stampa di Luca Frigeri, cantautore modenese che ha presentato al mondo il suo album “Connessione spirituale”, un progetto che intreccia musica pop e valori profondi, in un dialogo aperto e autentico con la vita di tutti i giorni. Un progetto unico nel suo genere che sfida quell’IMPOSSIBILE che anche io amo molto affrontare nelle mie sfide sportive. L’evento si è svolto in un luogo carico di significato: la Basilica di Santa Maria in Montesanto, nota come la Chiesa degli Artisti, a Roma. Un contesto perfetto per un album che, come sottolineato da Monsignor Antonio Staglianò, non parla direttamente di Dio ma dell’essere umano e della sua ricerca di senso. Uno degli aspetti più affascinanti di questo progetto è il modo in cui Luca riesce a trasmettere messaggi profondi attraverso un linguaggio musicale accessibile a tutti, come dice lui “compreso anche dai più piccoli”. Non serve citare direttamente la fede per raccontarla: nelle sue canzoni si parla di emozioni, relazioni, quotidianità, proprio come faceva Gesù nelle sue parabole, utilizzando immagini semplici e universali. Lo stesso Monsignor Castellucci ha evidenziato il legame tra il messaggio di Luca e la spiritualità francescana, quel senso di connessione con il creato e con gli altri, che San Francesco esprimeva chiamando fratelli e sorelle persino gli elementi naturali. Luca ha esordito nel suo intervento citando una frase di Lucio Dalla: “Prima si vive e poi si scrive”. La sua musica nasce dall’esperienza, dall’attenzione ai più fragili, dal desiderio di lasciare nel mondo un sorriso in più, un segno di speranza. Quasi al termine dell’incontro, la sua voce e la sua chitarra hanno preso vita con l’ascolto del brano “Solo un uomo”, che parla della semplicità di chi accoglie la vita come un dono. È stato un momento intenso, vissuto da tutti in rigoroso silenzio ed emozione. Un’occasione per riflettere su come la musica possa davvero diventare uno strumento di connessione tra le persone e con qualcosa di più grande. Un incontro che mi ha lasciato molto e che conferma ancora una volta come le passioni, vissute con autenticità, possano diventare un ponte verso l’infinito. . GRAZIE di aver letto l’articolo. SCRIVIMI se vuoi un commento e metti il LIKE, per me è davvero molto importante. Good Luck!

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  • Andrea Devicenzi Xposure Sharhaj Dubai

    Apro gli occhi alle 7:00, in netto anticipo sulla sveglia programmata per le 8:00.Da subito sento la mente invasa dai pensieri. Positivi, certo, ma tanti. Troppi per restare a letto! Mi alzo, inizio a preparare la valigia e a mettere in ordine la stanza. Alle 8:15 scendo per la colazione, spinto dalla fame e dalla voglia di uscire dallo spazio ristretto della camera. Ho appuntamento con Romy, uno dei fotografi della mostra, indonesiano e ciclista. Nei giorni scorsi abbiamo parlato spesso, e vederlo emozionarsi mentre gli raccontavo le mie avventure è stato speciale. L’idea di collaborare con lui mi entusiasma parecchio. Ordino la colazione e, mentre gusto la mia omelette, Romy arriva. In pochi minuti gettiamo le basi per una collaborazione che promette di essere molto interessante.Ci salutiamo: lui resterà un giorno in più, io invece salgo in camera a finire i preparativi. Prima di uscire dalla sala colazioni, saluto le tante persone con cui, in questi giorni, ho avuto modo di parlare e confrontarmi. Sorrido mentre mi allontano, consapevole che in cinque minuti ho stretto la mano ai fotografi più famosi al mondo, provenienti da ogni angolo del pianeta. Rientrato in camera, creo l’atmosfera perfetta per quei momenti che richiedono ispirazione e concentrazione.Apro le tende per far entrare la luce, imposto il condizionatore a 24 gradi, accendo il PC e metto una musica che mi carica. Poi inizio a smontare la bici. È diventata quasi una routine: ormai l’ho fatto così tante volte che in poco tempo riesco a chiudere sia la custodia della bici che la valigia. L’organizzazione impeccabile del festival si conferma tale fino alla fine.Scendo per il check-out e il van è già lì, pronto ad aspettarmi fuori dall’hotel. Mi godo la città in questi ultimi venti minuti di trasferimento, molto, molto soddisfatto di tutto ciò che ho vissuto.Non rimpiango nulla. Ho imparato a godermi l’attimo e qui, di attimi da vivere, ce ne sono stati davvero tanti. Ora sono in volo, a 11.000 metri di quota, con oltre 500 persone.Il bisbiglio dei passeggeri e le voci dei bambini mi fanno compagnia.Scrivo, ascolto musica, programmo alcuni dettagli del mio prossimo Record a Palma, rispondo alle mail che invierò una volta connesso. Il confronto continuo, diretto e indiretto, con questi grandi artisti mi ha fatto maturare ancora di più.Non so se spingerò ulteriormente sull’acceleratore. Sono soddisfatto di tutto ciò che sta accadendo, ma nelle prossime settimane prenderò decisioni importanti. E lo farò nel miglior modo possibile, da solo e con il mio team. Ad attendermi in aeroporto, come sempre, gli amici dell”AVR di Rodigo, sempre presenti, che da Malpensa mi accompagnano a casa. Grazie per aver letto l’articolo.Se ti va, scrivimi un commento e lascia un like: per me è davvero importante. Good luck!  

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  • Andrea Devicenzi Xposure Sharjah Dubai

    La sveglia del penultimo giorno porta con sé una cascata di pensieri. È l’ultima giornata piena da vivere, e dopo giorni così intensi e memorabili, la consapevolezza che tutto stia per concludersi si fa sentire. Ma non c’è tempo per indugiare: scendo per colazione. E non è una colazione qualunque! Ormai ho capito che qui le persone che incontri spaziano dal famoso al famosissimo, e anche questa mattina la regola si conferma. Accanto a me c’è Don McCullin, leggendario fotografo internazionale, colui che immortalò, tra le altre cose, la Guerra in Vietnam del 1969 con alcuni degli scatti più iconici della storia. Mi trattengo dal disturbarlo, ma averlo accanto è già un momento che vale il viaggio. Scatto una foto discreta mentre si rilassa dopo la colazione, un ricordo prezioso di questo incontro straordinario. Rientro in camera per prepararmi all’ultimo allenamento della trasferta negli Emirati. Ma quando esco, mi accoglie un vento fortissimo e una leggera pioggia. Non le condizioni ideali per pedalare, e infatti rinuncio. Salgo di nuovo in stanza, ma dopo pochi minuti il richiamo della strada è troppo forte: esco comunque con la bici. Ogni pedalata qui è un’emozione, ma oggi ha un sapore diverso. È l’ultima! Mi guardo intorno con occhi ancora più attenti, imprimendo ogni dettaglio nella memoria. Scelgo un nuovo percorso verso nord e mantengo un buon ritmo fino a quando, dopo oltre un’ora, decido di tornare indietro. Facile a dirsi, meno a farsi. Sharjah è una città pensata per le auto più che per le biciclette. Giro e rigiro, ma non trovo la strada giusta. Mi fermo su un marciapiede per consultare il Garmin. Sono all’ombra di un palazzo, il sole è tornato a splendere, e proprio in quel momento si ferma uno scuolabus. Scendono quattro bambini. Mi vedono e si illuminano. Forse è la bici, forse è la gamba, forse il casco e la divisa, ma si avvicinano e iniziano a parlarmi in arabo, una raffica interminabile di parole. Rispondo in italiano, con altrettante parole incomprensibili per loro. Nessuno capisce nulla, ma ci divertiamo. Propongo un selfie e lo scatto è perfetto: cinque volti sorridenti, un momento di pura connessione al di là delle parole. Riparto ancora più felice verso l’hotel, con il vento laterale che mi spinge verso il centro della strada. Quando arrivo, mi concedo qualche istante per osservare la città un’ultima volta dalla mia bici. Ringrazio, dentro di me, per questa opportunità arrivata appena tre settimane fa. L’ultima visita al festival nel pomeriggio è l’occasione perfetta per fermarmi agli stand che non avevo ancora visto. Rivedo anche quelli che ho già visitato tre o quattro volte, perché ogni scatto racconta qualcosa di nuovo. Tra un incontro e l’altro, saluto Dileep, straordinario fotografo, e gli chiedo il permesso di usare una sua foto per un progetto che ho in mente legato al legno. Non solo accetta, ma mi ringrazia e mi promette di inviarmi l’originale dello scatto. Un altro momento di pura condivisione e rispetto reciproco. Mi fermo a riflettere davanti a una fotografia di un leone. Rinnovo il mio amore per i felini, pensando che ogni volta che accarezzo i miei gatti, è come se accarezzassi un leone o una tigre. Ancora non è accaduto, ma so che succederà! È solo questione di tempo! Chiusura perfetta: Dubai by night La giornata si conclude a Dubai, in un locale spettacolare con una vista mozzafiato sul Burj Khalifa e la città illuminata a giorno. Mi concedo l’unica pausa alcolica del viaggio: una birra, brindando all’esperienza vissuta. Sono con Alessandra, Romina e Andrea, e la serata è fatta di racconti, scambi di idee e confronto. Ascolto con particolare attenzione Andrea, che condivide la sua storia e la sua esperienza. Le sue parole mi ricordano quanto sia importante ascoltare le proprie sensazioni, seguire la passione con costanza e rimanere sempre un po’ bambini, lavorando tanto ma senza mai perdere il divertimento. Rientriamo oltre la mezzanotte. Per la prima volta in questo viaggio, non ho le forze per scrivere subito il mio resoconto della giornata. Spengo la luce e nel buio mi lascio andare ai pensieri. Non avrò tempo di visitare il centro di Dubai, ma non lo vivo come una mancanza. Anzi, è un segnale di ritorno. GRAZIE di aver letto l’articolo. Se ti è piaciuto, scrivimi un commento e lascia un LIKE, è davvero importante per me. Good Luck!

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  • Andrea Devicenzi Xposure Dubai Sharjah Film Festival

    Raccontare questa giornata, ma soprattutto decidere da dove partire, è davvero difficile. Perché? Perché in dodici ore di Festival, dalle 10 del mattino fino alle 22, ho vissuto incontri importanti, emozionanti, arricchenti. Ho parlato con persone straordinarie, tra le migliori al mondo nel loro campo. Allora, come due giorni fa, parto dalla fine. A metà pomeriggio ho assistito alla conferenza di Jaime Rojo, fotografo spagnolo vincitore del World Press Photo, il premio più prestigioso a livello fotografico. Una storia di resilienza, passione e tenacia, che racconta molto del suo successo. Poi, come per magia, mi ritrovo con lui a cena, seduti vicini. Quindici minuti di chiacchierata, tra il mio scarso inglese e il suo italiano, ma con un’intesa perfetta. E non è finita qui. Tre fotografi mi hanno invitato nei loro stand per raccontarmi i loro progetti e scattare qualche foto insieme. Mentre alle 11:38, ho avuto l’onore di veder proiettato il mio docufilm nella sala CINEMA del festival. A pranzo, altri tre fotografi – dal Perù e dall’Indonesia – con cui sono nate sinergie che, ne sono certo, porteranno a qualcosa di speciale. Mentre nel primo pomeriggio, appena rientrato al Festival, mi son seduto nello stand del fotografo Carlo Borlenghi, a chiacchierare (in italiano) con sua moglie. Per oggi mi fermo qui. Stanco, più di quando mi alleno, ma felice. Felice delle magie che sono accadute. Torno a casa arricchito e con una certezza: imparare l’inglese.

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  • Andrea Devicenzi Xposure Sharjah

    Questa mattina, mentre facevo colazione, ho sbirciato l’app del Festival e un titolo ha catturato la mia attenzione: Between 2 Oscars. L’ho subito segnato in calendario e, alle 17 in punto, ero seduto in sala, consapevole che avrei capito ben poco, visto che era tutto in inglese, ma poco mi importava. Digito i nomi dei relatori sul telefono e scopro che davanti a me ci sono due premi Oscar: uno per il miglior cortometraggio, l’altro Brent Homman, per Frozen. Animazione che mi ha sempre divertito moltissimo. Effetto strano avere davanti a pochi metri l’ideatore di un film che ha fatto il giro del mondo. A fine conferenza chiedo un selfie a entrambi e scrivo alla famiglia: 2 Oscar e un pirla. Perché diciamocelo: a 51 anni, chiedere un selfie all’ideatore di Frozen un po’ pirla lo sei. La giornata era iniziata con il consueto allenamento in bici, su un itinerario completamente diverso dai giorni scorsi, alla scoperta di nuovi angoli della città. C’è chi mi suona per salutarmi e chi, come questi due ragazzi, mi ferma per chiedermi il nome e taggarmi in un video girato mentre mi seguivano in macchina. È stato un bel momento, ho percepito una bella energia. Ripartito, dopo pochi metri mi ritrovo in un lungo rettilineo e, all’improvviso, dagli Emirati mi sembra di essere stato catapultato in un misto tra India e Perù. Strade dissestate, officine ai lati, gente ovunque in entrambi i sensi di marcia, il profumo delle spezie nell’aria. Mi sono goduto l’esperienza mentre pedalavo, e ancora di più quando mi sono fermato in quel caos – per loro perfettamente organizzato – a prendere da bere, visto che poco prima avevo scoperto di aver perso la borraccia. Nel pomeriggio, un’altra visita alla mostra fotografica del “Festival Xposure”, esplorando padiglioni che ancora non avevo visto. Alcuni fotografi mi hanno accolto come un amico, raccontandomi le storie dietro i loro scatti e scattando foto insieme a me. Mi faceva sorridere il fatto che, nel momento dello scatto, cercassero di rendere anche un semplice selfie tecnicamente perfetto. RIFLESSIONE: Siamo a metà della trasferta. L’ho vissuta nel miglior modo possibile fino a questo momento, ma nei prossimi tre giorni accentuerò ancora di più questa capacità.

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  • Andrea Devicenzi Xposure Dubai

    Questa volta vale la pena partire dalla fine, o quasi. Nel pomeriggio, mentre passeggiavo tra le immagini della mostra fotografica, mi ha fermato Mohammed. Si è presentato come uno degli organizzatori del festival e la persona che ha votato “Crossing the North” come “second place” del Festival. Ha subito preso il telefono con la traduzione simultanea e, tra inglese e italiano, è iniziata una piacevolissima conversazione di oltre mezz’ora. Ne sono nati tanti spunti e chissà… il futuro cosa riserverà qui negli Emirati? Oggi è stata la giornata che aspettavo. Finalmente l’ambientamento è quasi completato e ho riscoperto quel piacere di sentirmi a casa ovunque, di essere un “cittadino del mondo”. I dubbi che avevo ieri in sella oggi sono completamente spariti. Mi sono spinto per oltre tre ore in direzione Dubai, fino a quando ho dovuto fermarmi davanti a un ponte che non mi faceva sentire per niente tranquillo. È stato un giro a intensità variabile, quasi una caccia al tesoro, alla ricerca di strade che mi permettessero di aumentare il ritmo. Ho sentito la stessa energia che provo ogni volta che pedalo all’estero, ma credo sia anche merito della preparazione intensa che sto portando avanti per il Record di giugno. Nel pomeriggio mi sono dedicato completamente alla visita dei padiglioni del festival, ammirando fotografie straordinarie di artisti di fama mondiale. Camminavo tra le esposizioni, onorato di poter essere qui. La giornata si è conclusa agli IFPA Awards, dove sono stati premiati i migliori fotografi della mostra. Ascoltare le loro interviste è stato illuminante: ho raccolto informazioni preziose, che sono certo torneranno utili a me e alla mia squadra per continuare a migliorarci. Un’altra giornata intensa, tra chilometri, incontri e nuove ispirazioni.

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Eventi

Eventi trascorsi

  • Iniziano da Sabbioneta le presentazioni aperte al pubblico, relative al mio ultimo viaggio in Scandinavia, Finlandia, Svezia e Norvegia, denominato #crossinthenorth. Faremo assieme un viaggio, grazie a racconti, aneddoti, filmati e foto. Vi aspetto! Vi aspettiamo!

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  • Andrea Devicenzi Libro

    Castelverde – 9 dicembre 2022 Altro appuntamento in cui poter venire ad ascoltare e vedere l’Impresa in Islanda. Questa l’organizzazione della serata: Dalle ore 19 MOSTRA FOTOGRAFICA Alle ore 21 – Proiezione del Film “La mia Islanda su di un pedale” Alle ore 21:45 – Presentazione del libro “La mia Islanda su di un pedale” VI ASPETTO

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  • Andrea Devicenzi Islanda

    Noceto (PR) – 25 novembre 2022 Presentazione del libro “La mia Islanda su di un pedale”. Dalle ore 18 alle 23 – Mostra Fotografica Alle ore 21 – Proiezione del Film “La mia Islanda su di un pedale” Alle ore 21.45 – Presentazione del libro “La mia Islanda su di un pedale” Seguiranno aggiornamenti

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